Abbracciare le fragilità, riconoscerne il valore, prendersene cura. È quello che l’associazione Juppiter fa da trent’anni, occupandosi di bambini e ragazzi, disabili, stranieri. Tutti con in comune il bisogno di una mano tesa per crescere, emanciparsi, integrarsi. Poi ci sono loro, le forze dell’ordine, sempre in prima linea per proteggere e aiutare.
È a loro che l’associazione di promozione sociale legata alla Fondazione Exodus di don Mazzi ha dedicato un incontro speciale: “L’abbraccio di Natale”, evento solidale in collaborazione con Comune e Prefettura che si è tenuto giovedì 15 dicembre a Viterbo, nella chiesa di San Faustino e Giovita. Cornice: il quartiere San Faustino, mosaico multietnico nel cuore della città, dove molto resta ancora da fare per combattere marginalità e degrado.
L’iniziativa è inserita nel cartellone del “Natale viterbese”, dislocato in più punti della città e non solo nel centro storico medievale di San Pellegrino per una precisa scelta di campo del Comune di Viterbo: includere, come in un abbraccio.
Juppiter ha coinvolto i bambini e ragazzi delle scuole viterbesi Luigi Fantappiè, Pietro Vanni, Paolo Ruffini, Ellera e dell’istituto omnicomprensivo Agosti di Bagnoregio. Ma anche i suoi “ragazzi speciali” diversamente abili; la scuola di italiano per stranieri Penny Wirton, fondata dallo scrittore Eraldo Affinati; i vertici delle locali forze dell’ordine: carabinieri, polizia, finanza, vigili del fuoco, aeronautica militare, esercito. Tutti insieme per ribadire l’importanza di restare umani e sensibili alle necessità di chi è in difficoltà, scappa dalla guerra o non ha voce. Tra i momenti più emozionanti quello dedicato a Tony Scotolati, sordo che parla solo la lingua dei segni, accompagnato dalla canzone “A bocca chiusa” di Daniele Silvestri.
Un pomeriggio scivolato via tra momenti di riflessione, musica e danza. “La vostra missione di stare vicini alla gente e alle istituzioni pubbliche è veramente meritoria – ha detto il prefetto Antonio Cananà, tra gli ospiti intervenuti -. Il vostro è un lavoro di supporto alle istituzioni. Un messaggio di pace e di speranza”.
Juppiter ha avuto il plauso anche del vescovo di Viterbo, Orazio Francesco Piazza: “Caro Salvatore, cari ragazzi, la prima volta che ti ho incontrato, ho capito che dietro quel sorriso c’era una grande opera. Mi avrete spesso tra i piedi. Dai vostri ragazzi è conservata l’intatta innocenza. Grazie perché ci aiutate a rimanere umani”.
Per il Comune di Viterbo, erano presenti anche gli assessori ai Servizi al cittadino e alle imprese, Katia Scardozzi, e alle Politiche sociali, Patrizia Notaristefano. Anche loro hanno ringraziato l’associazione per il tanto cuore che mette nelle sue attività. “Siamo orgogliose di essere con voi stasera. Ci teniamo a conoscere le realtà che rappresentano il nostro territorio, è un modo di mettersi al servizio della città”.
“Il nostro lavoro è dare voce a chi non ne ha – ha concluso il presidente di Juppiter, Salvatore Regoli -. Con questa iniziativa volevamo ricordare un concetto semplice: la fragilità non deve allontanare, ma avvicinare. Perché una persona fragile è semplicemente qualcuno che ha bisogno di essere abbracciato”.